#Recensione My Time at Sandrock, Alla scoperta delle terre di Eufaula

Dalle verdi distese di My Time at Portia, gli sviluppatori Pathea Games si trasferiscono (e ci trasferiscono, letteralmente) questa volta nell’arido deserto di Sandrock, proponendoci un titolo del tutto nuovo che non va però a stravolgere troppo una formula che ha saputo conquistare una discreta comunità di appassionati. Dopo un lungo periodo di accesso anticipato, il nuovo sandbox approda finalmente sulle nostre console e sui nostri PC portando con sé diverse novità rispetto al suo predecessore, provando ad offrire oltretutto meccaniche di gameplay diversificate, divertenti e soprattutto sterminate. 

Ho provato per diverse decine di ore My Time at Sandrock nella sua versione PC, sia nella classica modalità a giocatore singolo che in quella nuovissima a multigiocatore cooperativa e devo dire, senza troppi giri di parole, che c’è davvero un bel po’ di cui parlare.


Scheda del Gioco

Piattaforme: PC, Xbox series X|S, Xbox One, PS5, PS4, Nintendo Switch
Tipo di gioco: Sandbox
Sviluppatore: Pathea Publisher: Focus Entertainment


Le aride terre di Eufaula

My Time at Sandrock ci trasporta trecento anni nel futuro di un mondo post-apocalittico, in cui le moderne società sono state oramai totalmente distrutte, mentre invece piccole, nuove città-stato stanno provando piano piano a rinascere. Una rinascita alla quale siamo chiamati a contribuire nei panni di un costruttore che si trasferisce precisamente tra sabbia e rocce (da qui il titolo) nella rustica cittadina neo-western di Sandrock nel deserto di Eufaula. Infatti, in seguito al recente pensionamento dell’ultimo costruttore della città, il nostro protagonista coprirà l’incarico di quest’ultimo e passando prima per un’accurata creazione del personaggio e per una breve introduzione poi, ci ritroveremo fin da subito piccozza alla mano.

My Time at Sandrock
Picconare la pietra è una delle attività fondamentali

Scopriremo in men che non si dica come realizzare tutto il necessario per diventare abilissimi costruttori e farci quindi strada nella cosiddetta “gilda del commercio”, nella quale gareggeremo costantemente con altri personaggi per il titolo di miglior costruttore del mese. Durante lo svolgimento delle nostre mansioni, faremo la conoscenza dei numerosi png che popolano la città, dai quali apprenderemo moltissimo sulla lore di gioco, ma anche sulle regole etiche volte a preservare l’ecologia di questo arido mondo sull’orlo del baratro. Tra le prime cose di cui verremo informati, ad esempio, è che è assolutamente vietato tagliare gli alberi nei pressi di Sandrock e che dovremo prestare molta attenzione al consumo dell’acqua, necessaria per il funzionamento dei nostri macchinari. È chiaro dunque come il titolo tenti di trasmettere un vero e proprio messaggio positivo, che, attraverso l’atto piuttosto simbolico della ricostruzione, vede nella rinascita, nella preservazione e nel rispetto per l’ambiente i suoi principali nuclei tematici.

Un world building narrativo

La nostra nuova dimora desertica è viva e pulsante, abitata da concittadini che hanno grandi aspettative e speranze riguardo alle nostre abilità di costruttore. Il gioco ci mette a disposizione un’ampia gamma di macchinari, tra cui riciclatori, smerigliatrici, fresatrici e fornaci, che dovremo ben presto imparare a utilizzare e potenziare per reperire le risorse necessarie. L’interfaccia per la creazione di oggetti è stratificata e dettagliata, e fornisce informazioni approfondite sui vari oggetti e sulle risorse necessarie per craftarli. La raccolta di materiali è una parte fondamentale del gioco e parte del nostro compito sarà quello di esplorare le aree circostanti il vasto deserto -la mappa è abbastanza estesa- per raccogliere risorse come rocce, marmo, minerali di vario genere e ricavati animali e vegetali. È un processo che richiede tempo e costanza, con la necessità di gestire attentamente la propria energia o vigore, che si ricarica ogni mattina seguendo un ciclo giorno-notte o attraverso l’utilizzo di appositi consumabili.

Zona dedicata ai macchinari

Oltre alle attività di costruzione e raccolta, il giocatore può inoltre consultare la bacheca della città per accettare quotidianamente incarichi da parte dei concittadini, i quali prevedono quasi sempre la creazione di oggetti da consegnare in tempo utile, pena il calo della nostra reputazione in città. Tuttavia, il gioco premia la pianificazione delle attività giornaliere e offre ricompense utili per il completamento di questi incarichi, come denaro, punti esperienza e oggetti vari. Da non sottovalutare è poi l’aspetto notturno, poiché a fine giornata il giocatore dovrà gestire la propria stanchezza e garantire quindi al proprio personaggio il dovuto riposo. 

My Time at Sandrock
I vari campi seminati con varie colture

Un altro aspetto cruciale del gioco è l’importanza delle relazioni con gli altri personaggi, che possono svilupparsi attraverso conversazioni, regali o persino sfide a giochi di vario genere, come quello di carte che presenta meccaniche simili alla morra cinese. Le opzioni di dialogo, sebbene non particolarmente profonde, contribuiscono a creare un mondo realistico e dall’intreccio narrativo ben caratterizzato, che si sviluppa man mano nel tempo. È interessante notare che, come il giocatore costruisce la propria casa e personalizza la sua vita, può anche sviluppare relazioni amorose con altri personaggi, che possono persino sfociare in matrimonio. Tuttavia, se il giocatore decide di tradire il coniuge, dovrà affrontare le conseguenze, inclusa la gelosia del partner che potrebbe anche chiedere il divorzio. La casa del giocatore è personalizzabile sia in termini di colori che di arredamento e tali elementi contribuiscono ad arricchire ulteriormente l’aspetto sociale del gioco. 

Inoltre, col proseguire dei giorni e dei vari eventi a cui parteciperemo, assisteremo ad uno sviluppo della trama sia attraverso delle cutscenes dedicate, che tramite i dialoghi con i vari personaggi, ma anche grazie alla nostra corrispondenza postale. Riceveremo infatti piuttosto spesso delle lettere da parte dei tanti png, compresi i membri della nostra famiglia, e ci verrà data talvolta la possibilità di replicare ad alcune di esse tramite delle risposte preimpostate tra le quali potremo scegliere.

Anche un RPG sci-fi

Il mondo di My time at Sandrock richiama i canoni classici delle più famose opere videoludiche -e non solo- ambientate in mondi post-apocalittici (es. Fallout), con tanto di pericolose creature mutanti che si aggirano per il deserto. In questo caso, oltre alla presenza di numerosi animali pacifici e non nei quali ci imbatteremo (dalle mansuete mucche yakmel agli arrabbiatissimi chicchiri-boom, dei polli lanciarazzi!), faremo ben presto la conoscenza dei temibili Geegler, delle lucertole umanoidi intelligenti e armate di tutto punto che sembrano aver preso di mira proprio la nostra città. Così come i nostri avversari, anche noi avremo la possibilità di armarci e di combattere, in scontri ravvicinati o anche con armi da fuoco, che sbloccheremo a un certo punto della storia.

My Time at Sandrock
Una delle creature che ci attaccheranno

Il nostro personaggio può inoltre saltare, rotolare o combattere a mani nude, oltre a poter utilizzare finanche i propri strumenti di lavoro come armi se necessario. Sia chiaro, il combattimento non è di certo il fulcro dell’esperienza: risulta essere infatti piuttosto rudimentale e marginale ai fini di gioco, ma è nonostante tutto discretamente funzionale e piacevole ed invoglia sicuramente alla progressione del personaggio e al potenziamento del proprio armamentario. Così come nel più tipico dei giochi di ruolo saremo forniti infatti di una vera e propria scheda del personaggio con relativo equipaggiamento e valori (non ai livelli di un Dark Souls, capiamoci), con la barra della vita, del vigore, i valori di attacco delle nostre armi e così via.

Oltre a questo, potremo beneficiare anche degli effetti positivi temporanei o permanenti di diversi oggetti, cibi o del semplice fatto di essere andati a dormire presto la sera prima. Insomma, da questo punto di vista il gioco offre un plus davvero notevole e ben realizzato, che seppur non sviluppato ed importante come il resto delle meccaniche di world building su cui si fonda, risulta essere ad ogni modo una più che gradita aggiunta.

Tante attività extra

Oltre alle principali dinamiche di costruzione, di relazioni sociali e di lotta, il titolo è intriso di numerosissime attività secondarie e di scelte opzionali che garantiscono un’eterogeneità di gameplay molto soddisfacente e che va a spezzare l’altrimenti monotono ciclo di accettazione incarico/raccolta materiali/crafting. Le suddette attività possono consistere ad esempio in una serie di minigiochi presenti qua e là per la mappa, oppure in quelli proposti per un particolare evento previsto dal calendario di gioco: particolarmente divertente è quello de “Il giorno dei ricordi”, al quale potremo partecipare in occasione di Halloween e in cui delle squadre faranno a turno per giocare a una specie di nascondino con i fantasmi; oppure ancora a una gara di ballo in cui dovremo premere dei pulsanti a tempo come nel più classico Guitar Hero. Insomma, le attività secondarie non mancano di sicuro e si ha costantemente la sensazione di un mondo di gioco in continua evoluzione e che evolve insieme a noi ed al nostro operato all’interno di esso.

My Time at Sandrock
La schermata della creazione e progettazione degli edifici

Comparto tecnico

Forse a causa dell’ingente quantità di contenuti e di attività, il team di sviluppo ha dovuto sacrificare in parte il lato tecnico e grafico. Nonostante lo stile visivo sia piuttosto ben riuscito, con un lato artistico decisamente ispirato, la mappa di gioco pecca di povertà di dettagli ed il titolo mostra il fianco ad un comparto tecnico non sempre eccellente e che non fa esattamente pensare ad un videogame di ultima generazione. Non mancano infatti i cali di frame rate nei momenti più concitati del gioco e sono inoltre talvolta presenti fastidiose compenetrazioni dei modelli. A volte, inoltre, è possibile imbattersi in finestre a scomparsa che possono confondersi con altre informazioni importanti e con testi non sempre del tutto leggibili a causa di contrasti cromatici non sempre adeguati.

I caricamenti sono per giunta piuttosto lunghi e sulla versione PC (da me provata) è il gioco stesso a consigliare di installarlo su un SSD piuttosto che su di un disco meccanico. È da spezzare tuttavia una lancia a favore della colonna sonora, che seppure non offra un elevato numero di tracce risulta sempre gradevole ed appropriata all’ascolto.

Il multiplayer

Ho avuto modo di provare anche la succosa novità di questo nuovo capitolo di Pathea Games, ovvero la modalità cooperativa online, che mi è sembrata convincente e piuttosto funzionale. È una vera e propria partita a parte rispetto a quella a giocatore singolo, in cui dovremo infatti creare un personaggio dedicato e scegliere il server in cui ospiteremo la nostra cittadina o nel quale ci aggiungeremo ad una già esistente di altri giocatori. L’obiettivo è fondamentalmente lo stesso, con la differenza che potremo collaborare insieme ai nostri amici costruttori per realizzare i diagrammi dei vari progetti, il che rende l’esperienza più divertente ed immersiva.

Editor del Personaggio

Tuttavia, ci ritroveremo quasi sempre ad agire nonostante tutto per conto nostro, ovvero a vagare per la mappa in modo individuale, poiché ogni giocatore sarà con tutta probabilità alle prese con la raccolta di un materiale diverso in una differente località dell’area di gioco. La possibilità di poter realizzare una residenza in comune, però, con tanti aspetti di personalizzazione e di crafting, risulta essere decisamente allettante e divertente, per cui questa modalità multigiocatore offre sicuramente un incentivo ulteriore all’acquisto del titolo, almeno fintanto che avete almeno un amico con cui passare il vostro tempo a Sandrock.

Conclusioni.

My Time at Sandrock è un sandbox con una sterminata quantità di contenuti, divertente e ben riuscito. Se vi piace il genere, è sicuramente uno dei migliori titoli di questo filone, che saprà offrirvi decine e decine di ore di divertimento tra crafting, una narrativa più che decente, relazioni sociali con gli oltre trenta personaggi non giocanti presenti e tantissime sfaccettature che vi divertirete a scoprire man mano che proseguirete nel mondo di gioco. Il lavoro di Panthea Games è senza dubbio apprezzabile e supera abbondantemente la sufficienza, distaccandosi in meglio e di non poco dal già riuscito capitolo precedente.

PRO
  • Ingente quantità di contenuti…
  • Un approccio al world building differente…
  • Sforzo narrativo molto apprezzato…
  • Comparto artistico davvero gradevole…
  • Modalità multigiocatore ben riuscita…
Cons
  • …alcuni sono però talvolta ripetitivi.
  • …ma forse per questo a volte un po’ dispersivo
  • …ma che passa comunque in secondo piano
  • …che mostra però il fianco a quello tecnico non eccellente
  • …che tuttavia non unisce particolarmente i giocatori nelle stesse attività.
Play With Prince
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Ti piacciono i videogiochi? Vuoi passare qualche piacevole momento in compagnia di un accanito ed appassionato videogiocatore? Se è così, questo è il canale che fa per te! Sono The Prince, videogiocatore di vecchia data. Il mio primo gioco fu su Commodore 64, da allora ho giocato su Amiga500, Super Nintendo, Nintendo64, Playstation, Playstation 2, Xbox360, e soprattutto, piattaforma principale a cui mi dedico ancora oggi, su PC. I videogiochi sono sempre stati una passione per me, una compagnia, e anche una valvola di sfogo; reputo molti di essi vere e proprie forme d'arte, ineguagliabili da quelle "convenzionali" in quanto l'interazione col mondo di gioco fornisce spesso quell'immersione che non è possibile trovare altrove.

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