Dopo essere stata infettata dal morso di uno zombi, Anling ha i giorni contati. Ora deve lottare per sopravvivere, e non per se stessa, ma per il suo bambino, Cody. Assicurati che Cody sopravviva in un mondo infestato da zombi, proteggendolo e insegnandogli importanti abilità, a qualunque costo.
In questo emozionante gioco di sopravvivenza vestirai i panni di Anling, il cui obiettivo è assicurarsi che Cody sia salvo e sappia cavarsela una volta che lei non ci sarà più. Dovrai gestire bene le limitate risorse a disposizione per rallentare l’infezione di Anling, facendo anche attenzione a non fare morire né Anling né Cody di fame o sete. Anling deve anche insegnare a suo figlio abilità di sopravvivenza essenziali come cucinare, creare oggetti e combattere prima di non esserne più in grado. Potrebbe scoprire di iniziare a dipendere da lui in certe occasioni. Sarà necessario un perfetto equilibrio nella gestione dei tuoi giorni, tra la ricerca di risorse e l’aumento delle abilità di Cody, se vorrai sopravvivere al lungo viaggio.
Struttura generale, un classico survival
Queste le premesse di Undying, provato per un totale di 4 ore in playtest, e partiamo dicendo che personalmente mi ha stupito. Con tutti gli elementi classici dei survial, Undying racconta una storia commovente, e che è stata in grado sin da subito di farmi impersonare nella protagonista Anling.
Pur mantenendo quel gameplay tipico dei survival, introduce vari elementi particolari e per nulla frequenti in giochi di questo tipo, soprattutto per quanto riguarda il sistema del co-protagonista bambino Cody, a cui dovrà essere insegnato le basi della sopravvivenza tra cui il cucinare, rendere potabile l’acqua, ma passando anche per abilità più particolari, come il saper riparare auto, mantenere il controllo delle proprie emozioni, etc.
Gameplay
Riguardo il gameplay, possiamo certamente dire che il sistema di raccolta risorse non può annoiare, dato che le risorse saranno poco presenti (in modalità normale), tanto da costringere il giocatore ad avanzare nelle varie aree del gioco per sopravvivere e quindi ad andare avanti con la storia principale. Riguardo lo sviluppo della base di sopravvivenza ho effettivamente poco da dire, se non che risulta difficile, ma non esagerato.
Parlando di altri aspetti del gioco, come il combattimento e l’esplorazione, risultano piuttosto semplici, con qualche intoppo sul modo di attaccare. Una delle cose che veramente mi hanno colpito sono stati i dialoghi tra Cody e Anling, dialoghi strazianti di una madre costretta a spiegare al figlio cose tremende, come il dover mangiare cibo andato a male, bere acqua sporca, nascondergli le proprie sofferenze, ect.
Grafica
Parlando del comparto grafico, le animazioni non sono esageratamente fluide e sembra quasi che ci sia una mancanza di dettagli, ma per quello che deve fare il gioco in se va più che bene. Del comparto audio non si può dire niente, tranne che la musica è piacevole, ma “post-apocalittica”.
Per concludere, posso dire che è un gioco che ha superato non di poco le mie aspettative, ma che secondo me non renderà al massimo il suo potenziale se il giocatore non sarà in grado di immedesimarsi nella protagonista.