Durante le ultime settimane ho avuto la possibilità di provare con mano un titolo che mi aveva interessato fin dal suo annuncio, sto parlando di Meg’s Monster, JRPG retrò sviluppato dal team Nipponico Odencat. Se dunque volete scoprire la storia di Meg e del suo mostro, Roy, non perdetevi questa recensione!
Scheda del Gioco
Piattaforme: Nintendo Switch, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Tipo di gioco: JRPG
Sviluppatore e Publisher: Odencat Inc.
Una bambina dotata di un potere… Catastrofico!
In Meg’s Monster ci troviamo a vestire i panni di Roy, un mostro ma soprattutto un abitante del piccolo regno nel quale si svolgeranno le nostre avventure, ovvero il Sottomondo, un piccolissimo luogo, una voragine nelle profondità della terra dove alcuni esseri deformi, mostri in tutto e per tutto vivono. Sebbene gli abitanti del Sottomondo siano pochi, l’ambiente è molto organizzato ed è gestito attraverso un governo che cerca sempre di mantenere il patto di pace stipulato con gli umani, dove i mostri non possono scalare le pareti della voragine e gli umani non cercheranno di ucciderli.
Tornando però a Roy. La sua vita è molto semplice, si alza la mattina pronto per cercare il suo cibo preferito, la pece magica e, dopo averlo fatto torna a casa ed aspetta che il tutto si ripeta il giorno seguente. Tutto scorre liscio, fino a quando, mentre stava parlando con il suo amico Golan, una bambina cade nella voragine, la piccola è proprio Meg, caduta dal mondo degli umani ed in cerca di sua mamma. La bambina fin da subito si affezionerà a Roy, il quale però si dimostrerà molto schivo nei confronti della bambina che, in risposta alle iniziali brutte maniere del mostro inizia a piangere, evocando dunque il suo potere. Infatti, se Meg inizierà a piangere nel Sottomondo si scatenerà una vera e propria apocalisse che porterà l’intero mondo a scomparire. La missione di Roy e Golan diventa quindi quella di aiutare la piccola Meg a trovare la madre, senza però farla piangere.
Il comparto narrativo del titolo sviluppato da Odencat risulta quindi a mio parere molto ricco e dolce, infatti, oltre a Meg che, nonostante il suo potere catastrifico, si mostra sensibile e gentile, vedremo la lenta ma dolcissima apertura di Roy, che passerà dall’energumeno molto schivo ad un mostro con un vero e proprio cuore, aprendosi inizialmente solo con la bimba, con la quale crea un bellissimo rapporto per poi confidarsi con molti dei mostri presenti nel Sottomondo. La trama di Meg’s Monster è quindi veramente ricca di significati e pian piano, con il trascorrere del tempo sul titolo diventa sempre più ampia ed interessante distogliendo lo sguardo dal potere distruttivo della bambina.
Un Combat System molto Particolare
Ed è proprio dal potere apocalittico di Meg che tutto il gioco si basa, proprio come il Combat System estremamente particolare inventato da Odencat. Durante i combattimenti con gli altri mostri non prenderemo infatti il controllo di Meg dato che è ancora troppo piccola per combattere, bensì controlleremo Roy che, tra i pochi abitanti del Sottomondo è uno dei mostri più potenti e forti. I suoi PS (Punti Vita) sono infatti altissimi (9999) e dunque non può essere scalfito da nessuno dei mostri che lo attaccano. L’unico vero problema che dovremo affrontare è proprio il pianto catastrofico della bambina, che dovremo evitare a tutti i costi.
Per farlo, dovremo utilizzare i giocattoli gettati dagli umani nel Sottomondo, che, già da molto tempo veniva utilizzato come Discarica. Utilizzando i giocattoli faremo calmare Meg, che a differenza di Roy durante il combattimento possiede una propria barra “emotiva”. Come vi avevo già detto, Meg è una bambina molto sensibile e si lega fin da subito con Roy infatti, quando l’energumeno viene colpito dai nemici Meg riceverà un danno emotivo e, se la barra dovesse consumarsi completamente assisteremo alla distruzione del Sottomondo, ottenendo dunque il Game Over.
Il Gameplay di Meg’s Moster non riesce comunque, secondo il mio parere, ad intrattenere molto, anzi, le battaglie seppur particolari nel primi istanti di gioco risultano poco dopo molto semplici e ripetitive. Inoltre, in Meg’s Monster non abbiamo mai scontri casuali, come ad esempio accade in Pokémon o Undertale, fonte di maggiore ispirazione per il titolo, ma abbiamo battaglie ben programmate che seguono il filo logico della storia.
Grafica e Comparto Sonoro
Andiamo adesso a parlare dei due comparti principali del gioco, ovvero il Comparto grafico e sonoro. Iniziando dal comparto grafico, Meg’s Monster è realizzato interamente in pixel art, attraverso uno stile che ricorda molto quello di Undertale. Le pixel art non sono molto dettagliate ma riescono in maniera ottima a trasmettere tutte le sensazioni necessari per godersi appieno il titolo, anche attraverso a delle animazioni ben realizzate.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, sebbene tutta la colonna sonora sia adeguata e ben incastonata all’interno di ogni contesto, ammetto di non essere rimasto mai stupito da nessuno dei brani, a differenza di Undertale i cui brani ancora molte volte mi risuonano in testa.
Concludendo
Meg’s Monster è dunque un piccolo gioco dal grande cuore che riesce a farci vivere un’avventura emozionante e molto dolce, attraverso a personaggi buffi e quasi ingenui che pian piano creeranno legami indissolubili tra di loro, regalandoci un’esperienza che, al netto di alcuni problemi sulla ripetitività del Combat-System che fin dopo le prime battute risulta ripetitivo ed una soundtrack contestualizzata ma poco particolare, risulta godibile e ben realizzata.