La recensione di Pentiment segna, per me, il culmine di un’esperienza videoludica sorprendente che al netto di qualche impercettibile buio non fa che brillare di originalità e amore per il videogioco. L’opera, firmata da Obsdian per il tramite di Josh Sawyer, è un vero e proprio videogioco d’autore che riesce a far breccia nel cuore del videogiocatore con un’avventura grafica dal sapore di romanzo interattivo.
Scheda del Gioco
Piattaforme: Xbox Series X|S, Xbox One, PC Windows
Tipo di gioco: Avventura grafica
Sviluppatori: Obsidian Entertainment Publisher: Xbox Game Studios
Pentiment, un romanzo di Josh Sawyer con l’aiuto di Xbox
Il gioco è frutto della penna di Josh Sawyer, uno dei veterani più riconosciuti e apprezzati all’interno del panorama videoludico che sul curriculum può annoverare di essere stato il lead designer degli Icewind Dale. In Obsidian dal 2005, ha continuato a regalare ottimi giochi come Fallout: New Vegas e la saga di Pillars of Eternity. Secondo alcune interviste rilasciate di recente, Pentiment ha cominciato i lavori nel 2018, periodo di piena crisi economica di Obsidian, e solo l’acquisizione operata da Phil Spencer e il reparto Xbox ha potuto salvarlo.
Il 2022 che Microsoft ha riservato alle sue console di nuova generazione, diciamolo, è stato molto deludente dal punto di vista delle uscite first party e mancano ancora quelle produzioni grosse che, a detta dei capoccia Phil Spencer, Aaron Greenberg e carrozzone vario, dovrebbero arrivare presto. A farsi carico di rilasciare dei giochi di prime parti per la console ci ha pensato Obsidian, mettendo a tacere le voci per cui dopo l’acquisizione sarebbe stata trasformata in una fabbrica per produzioni AAA. La recensione di Pentiment e la qualità intrinseca del gioco dimostrano come quest’ultimo sia un titolo da non farsi scappare.
Un artista, una città di campagna e un omicidio irrisolto: i pilastri di Pentiment
Pentiment porta il giocatore a vestire i panni di un artista miniatore – Andreas – raccontando il periodo che quest’ultimo vive su tre atti (divisi nettamente da flashforward temporali) nella città di Tassing, piccola realtà rurale della Baviera Superiore durante il periodo storico del Sacro Romano Impero. Durante il suo apprendistato per diventare un artigiano e maestro di bottega, il giovane Andreas avrà modo di vestire, suo malgrado, i panni di un investigatore all’interno di quello che si dimostra essere, di fatto, un giallo deduttivo fortemente storico. Pentiment ci porta a vivere una storia già scritta, con degli avvenimenti scriptati e un finale unico che però si evolvono diversamente in base alle scelte compiute e ai dialoghi affrontati.
Il gioco, infatti, si apre con la possibilità di personalizzare il carattere di Andreas, scegliendo alcuni tratti caratteristici del passato e del presente che plasmeranno le nostre opportunità di ottenere informazioni e relazionarci con gli npc, influenzando il loro destino. In questo senso, uno dei punti positivi più apprezzabili di Pentiment è sicuramente la sua scrittura e la cura con cui ogni singolo personaggio è caratterizzato. La cittadina di Tassing, seppur relegata ai margini della campagna, ci permetterà di scoprire persone diverse che, a valle di uno degli ultimi monasteri con scriptorium dell’epoca sovrasta le vite dei contadini, stabilendone i ritmi di lavoro e preghiera, vessandoli anche con inevitabili tasse, concordate con il mugnaio locale.
Pentiment: una ricostruzione storica della società del 1500
Giocando Pentiment risulta innegabile come il vero protagonista del gioco sia la ricostruzione storica della società esistente in Germania dopo la fine del basso medioevo, con un utilizzo di fatti o termini storici difficilmente comprensibili senza utilizzare l’apposito glossario che accompagna il gioco, del quale faremo più di un utilizzo durante i tanti dialoghi che ci accompagnano nello sviluppo della trama. Il punto forte dell’esperienza videoludica è sicuramente la scoperta e l’ascolto delle vicissitudini dei personaggi non giocanti che ci circondano e di cui, nell’arco dei venticinque anni di cui si compone la storia, ci affezioneremo, vedendo i piccoli diventare grandi, i grandi diventare anziani e gli anziani, infine, morire.
Ne deriva che l’omicidio da cui prende il via Pentiment è solamente un pretesto per passare delle ore a scoprire le conseguenze delle scelte degli NPC che, tramite le nostre parole attraverso un sistema di dialoghi a risposta multipla, influenzati dalle nostre skill o caratteristiche, abbiamo indotto a fare. La maggior parte del tempo speso in Pentiment, infatti, sarà passata parlando con gli abitanti di Tassing, scoprendone passato, presente e, inevitabilmente anche il futuro. A farla da padrone e avvolgere il tempo che trascorreremo in gioco è la fede: il cristianesimo, scosso dalla rivoluzione luterana, mostrerà i suoi lati buoni e cattivi, sapientemente raccontato da una scrittura che ne mostrerà gli aspetti positivi e negativi come solo una critica storica coerente è in grado di fare.
Grafica e sonoro: un omaggio ai miniaturisti nell’epoca della nascita della tipografia
Pentiment mostra una veste grafica in 2D molto colorata e piena di orpelli, un omaggio alla tradizione amanuense e miniatoria che nei primi anni dalla nascita della scrittura ha caratterizzato la realizzazione di libri, appannaggio naturalmente del ceto sociale più elevato. L’intero gioco si sviluppa su circa una trentina di scenari. La colonna sonora è praticamente assente, sostituita da un apprezzabile effetto musicale che ricalca quello tipico della penna che, con l’inchiostro, verga parole sulla pergamena.
Quest’ultimo appunto è solamente la ciliegina sulla torta dell’esperienza ludica di Pentiment. Il mondo creato da Obsidian e Josh Sawyer è in grado di avvolgere il giocatore e portarlo all’interno di una storia che suona di dramma, permettendogli di immedesimarsi completamente nei panni di un contadino del cinquecento. Attraverso delle fasi di gioco scandite dal suono delle campane dell’Abbazia, vivremo scene di quotidianità e di lavoro, di svago e di dialoghi, scoprendo un racconto meraviglioso che riesce a intrattenere anche durante fase di gameplay dove tutto quello che dovremo fare è selezionare l’alimento di cui cibarci durante i pasti principali.
Pentiment non ha un game over e non ha scelte giuste o sbagliate. É un videogioco che omaggia la storia e permetterà agli amanti delle avventure grafiche di vivere un’esperienza unica e innovativa al netto di qualche piccolo neo circa il ritmo della narrazione.