Durante le scorse settimane, in occasione del suo arrivo su Xbox Series X|S, ho avuto, grazie a Bethesda, la possibilità di poter provare Ghostwire: Tokyo, l’action-adventure di Tango Gameworks ispirato al Floklore Nipponico arrivato circa un anno fa, in esclusiva temporanea sulla console di Sony.
Scheda del Gioco
Piattaforme: PlayStation 4/5, Xbox One, Xbox Series X|S, PC
Tipo di gioco: Action-Adventure, Open World
Sviluppatore: Tango Gameworks Publisher: Bethesda
Una Tokyo completamente Deserta
In Ghostwire: Tokyo vestiamo i panni del ventiduenne Akito, ovvero l’unica persona rimasta in tutta Tokyo. Dopo un gravissimo incidente stradale che ha quasi portato alla morte Akito, l’intera capitale del Sol Levante si ritroverà infatti sommersa da una stranissima e densa nebbia dotata di strani poteri. In men che non si dica, tutte le persone catturate dalla nebbia, quasi per magia, spariscono e le loro anime vengono intrappolate in delle particolari “scatole”, contenitori, da delle entità che ricordano molto Slenderman. Nelle vesti di Akito ci ritroveremo dunque ad esplorare una Tokyo ferma nel tempo, dove saremo praticamente soli, o quasi, poiché gli unici sopravvissuti, oltre a noi sono gli animali, durante la nostra intera avventura infatti potremo incontrare tantissimi cani e gatti che si riveleranno spesso molto utili, dandogli da mangiare infatti ci condurranno verso oggetti rari e particolari.
A popolare l’intera città ci saranno anche altre creature, che, a differenza dei cani e dei gatti non sono “vivi”, sto parlando dei famosissimi Yōkai, figure mitologiche presenti da millenni nella cultura nipponica. Durante la nostra avventura potremo incontrare gli Yōkai in svariate occasioni, spesso, popolano i negozi ed i templi, dove sarà possibile acquistare cibi ed ottenere delle katashiro, piccole bamboline di carta che ci serviranno per assorbire gli spiriti che incontreremo tra le strade di Shibuya. Vagando per la mappa di Gostwire: Tokyo sarà infatti possibile imbattersi in alcune delle anime separate dai propri corpi a causa della nebbia, che, per poter essere salvate, dovranno essere necessariamente assorbite all’interno di una Katashiro, per poi essere immagazzinate all’interno di uno speciale macchinario situato all’interno delle svariate cabine telefoniche sparse per tutta la mappa.

A questo punto però vi starete chiedendo, Ma se tutte le persone sono “svanite”, perché Akito è ancora in vita?, ebbene, poco dopo il suo fatale incidente in moto, in punto di morte, il protagonista viene posseduto da uno spirito decisamente burbero di nome KK, che fin da subito conferisce al ragazzo dei poteri straordinari, impedendone, inoltre, la morte, imponendogli però una missione fondamentale, ovvero quella di aiutarlo ad uccidere il responsabile del tragico accaduto, ovvero, uno strano uomo che indossa una maschera Hannya. Sebbene la convivenza tra i due nei primi istanti non sia molto pacifica, Akito si troverà ben presto ad accettarla, poiché grazie a KK ha ancora la possibilità di sopravvivere e di trovare sua sorella, scomparsa nel nulla come il resto della popolazione nipponica.
Le nostre Mani, il nostro unico Potere
Grazie a KK, Akito potrà fare utilizzo di alcuni speciali e versatili poteri che saranno in grado di debellare tutti i nemici e le creature presenti nelle strade di Shibuya. Infatti, anche se tutti gli umani sono scomparsi, sono adesso apparse alcune delle creature più terrificanti presenti all’interno del Folklore Giapponese, che, come unico compito hanno quello di intrappolare tutte le anime ancora presenti e sorvegliarle. Tra le varie creature che potremo incontrare durante la nostra avventura troviamo alcuni classici dei film e videogiochi horror Nipponici, come Uomini e Donne vestiti in Smoking, oppure dei bambini con in dosso impermeabili, che sarà possibile debellare attraverso i poteri di Akito. Quando iniziamo un combattimento, infatti, Akito muoverà le mani in modi diversi, permettendoci di lanciare attacchi differenti tra loro e provocando innumerevoli danni ai Nemici.
Per rendere ancora più dinamico il combattimento, ogni incantesimo farà utilizzo di un determinato quantitativo di “munizioni”, che potremo ottenere uccidendo gli stessi nemici oppure distruggendo alcuni speciali oggetti presenti nella mappa, spesso fluttuanti e caratterizzati da un particolare colore nero. Durante gli scontri, oltre a poter fare utilizzo di particolari talismani, che conferiranno alcuni poteri speciali ad Akito, sarà possibile infliggere ancor più danni ai nemici utilizzando un attacco speciale, che ci permetterà di strappare, nel vero senso della parola, l’elemento principale di tutti i nemici, ovvero il “nucleo”, che, una volta sradicato dal corpo della creatura la ucciderà all’istante.

I combattimenti in Gostwire: Tokyo risultano dunque estremamente fluidi, dinamici e spettacolari, regalandoci momenti di pura azione e divertimento, anche grazie ai diversi stili di approccio, tra i quali troviamo anche lo stealth, nel quale potremo, avvicinandoci di soppiatto ai nemici strapparne il nucleo. Ad accompagnare il tutto troviamo inoltre l’arco, unica vera arma del gioco, che sarà ampiamente utile nelle fasi in cui Akito rimarrà senza poteri ed un basilare scudo, che ci permetterà di parare i colpi nemici. L’unico sostanziale problema dedicato ai combattimenti riguarda la IA dei nemici, eccessivamente basilare e poco reattiva che potrebbe rendere fin troppo semplici gli scontri anche per i giocatori meno esperti.
Ad accompagnare gli scontri, parte integrante del Gameplay, troviamo anche alcune meccaniche molto interessanti che ci permetteranno di progredire nel titolo, sto parlando ovviamente della purificazione dei portali Torii, che libereranno porzioni della città dalla nebbia e delle già citate Katashiro, che ci serviranno ad assorbire le anime intrappolate e ad aumentare il nostro livello, sbloccando nuovi percorsi all’interno dell’albero delle abilità.

Un quartiere ricco di missioni
Come già detto in precedenza, l’avventura di Tango Gameworks trova come ambientazione il famosissimo quartiere di Shibuya, situato nella gigantesca capitale del sol levante, Tokyo, che, in questa sua forma “desolata” è stata realizzata in maniera eccellente, gli sviluppatori infatti sono riusciti a confezionare un Open-World dalla giusta dimensione dove i dettagli non sono di certo stati tralasciati, tutto è al suo posto ed ogni struttura corrisponde alla sua controparte reale, rendendo così estremamente realistica l’esperienza generale di gioco.
Ad accompagnare la dettagliata mappa troviamo anche le svariate missioni che formano la campagna di gioco che potrete completare in circa 10 ore, tralasciando le missioni secondarie che, nella maggior parte dei casi non risultano molto entusiasmanti, rimanendo comunque godibili per chi di voi desiderasse di completare il gioco al 100%.
Ma, come gira su Xbox Series X?
Dopo aver parlato della Trama, del Gameplay e dell’Open World, è arrivato il momento di analizzare come il titolo si comporta sulla console ammiraglia di Microsoft, Xbox Series X. Sebbene il titolo presenti una mappa dalle dimensioni considerevoli, ricoprendo interamente il quartiere di Shibuya situato a Tokyo e metta in atto un comparto grafico estremamente ben realizzato, assieme ad animazioni fluide e moltissimi effetti particellari, il titolo se la cava decisamente bene sulla console di Microsoft, sulla quale gira in maniera impeccabile. Durante la mia esperienza di gioco sono rimasto piacevolmente soddisfatto e non ho notato in alcun momento cali di frame o lag.

Il porting realizzato da Tango Gameworks risulta dunque pienamente godibile, riproponendo l’avventura pubblicata originariamente su PlayStation 5 e PC in maniera del tutto pulita e fluida, regalando a tutti i giocatori Xbox ed agli Abbonati ad Xbox Game Pass, che possono già scaricare il titolo gratuitamente, una solida esperienza di gioco stabile e ben realizzata.
Parlando sempre di comparti tecnici, il comparto sonoro risulta anch’esso molto godibile, con un’ottimo doppiaggio e delle ottime soundtrack, che accompagneranno il nostro vagare per le strade di Shibuya senza mai risultare fastidiose o invadenti. Anche qua l’attenzione ai dettagli è molto presente e troviamo musiche diverse a seconda delle varie situazioni ed ispirate in maniera evidente ai suoni classici del sol levante.
Verdetto Finale
Ghostwire: Tokyo si è mostrata come un’avventura Open-World estremamente fluida e ricca di contenuti, che scorre in maniera limpida per tutta la durata della campagna, accompagnando il nostro girovagare per la dettagliatissima e meravigliosa mappa di gioco con una trama incline all’horror ed ispirata fortemente al folklore Giapponese, risultando come un Compendio generale delle creature mitologiche del sol levante, funzionando estremamente bene e riuscendo a coinvolgere il giocatore in maniera eccellente, anche attraverso ad un combat-system avvincente e libero che riesce, grazie ad animazioni ben realizzate, a mostrare spettacolari scene action. Il titolo inoltre gira in maniera eccellente sulle console ammiraglie della casa di Redmond, ovvero Xbox Series X ed S, senza mai mostrare cali di frame o lag.