Videogiochi e apprendimento tesi. Interviste: Massimiliano Stazi (Save a Gamer).

I media si evolvono e cambiano di anno in anno. Attualmente, è emersa una sotto-categoria di microvideo nata da TikTok. Anche se personalmente non sono un grande fan di questo genere di format, lo trovo comunque molto interessante. Ho scoperto diverse cose stimolanti scorrendo su Instagram o YouTube, tra cui una persona che reputo estremamente gentile e con contenuti videoludici molto interessanti: Massimiliano Stazi, conosciuto con lo pseudonimo artistico di Save a Gamer. I suoi video sono ricchi di curiosità a tema videoludico e il suo modo di esporre le idee è deciso ma non invadente. Ho avuto il piacere di intervistarlo e abbiamo condiviso dei punti di vista estremamente interessanti per la mia tesi



Sono Massimiliano Stazi e lavoro come Digital Art Director e le conoscenze acquisite in comunicazione e marketing abbinate alla mia passione per i videogiochi mi hanno portato a diventare un Content Creator con lo pseudonimo di Save a Gamer


 

Quali esperienze formative ha acquisito all’interno del mondo dei videogiochi? In che modo ritiene che queste esperienze abbiano contribuito al suo apprendimento e alla sua crescita personale?

I videogiochi rappresentano un incredibile strumento di apprendimento in quanto giocare ti stimola ad imparare cose che prese singolarmente trovi noiose. Nel mio personale percorso di videogiocatore all’età di 12/13 anni ho sviluppato una conoscenza dell’inglese nettamente superiore rispetto ai miei coetanei non gamer. In età più matura invece mi hanno permesso di approfondire culture molto distanti dalla mia, mi hanno sensibilizzato su argomenti di interesse globale o mi hanno fatto riflettere su tematiche morali.
Massimiliano Stazi

 

Può definire il concetto di apprendimento attraverso i media videoludici e fornire esempi concreti di come questo tipo di apprendimento si possa manifestare nella pratica?

I videogiochi giocano su un elemento secondo me fondamentale per l’apprendimento: la curiosità. I videogiochi sono uno stimolo costante verso l’apprendimento di svariati argomenti, incontrare personaggi storici, citazioni di libri, ambientazioni, etc sono tutti elementi che possono scatenare una curiosità che porta poi ad approfondire l’argomento per comprenderlo meglio. Assassin’s Creed è probabilmente il miglior esempio in questo senso in quanto oltre ai riferimenti storici introduce nell’ultimo capitolo una sezione in cui i personaggi parlano la lingua dei nativi americani e non è tradotta nel gioco. Questo ha portato la community di giocatori a imparare, contattare esperti e a tradurre tutta quella porzione.
-Massimiliano Stazi

 

I videogiochi fra cui anche i sandbox in quale maniera influenzano la creatività e la capacità di pensiero innovativo? In che modo l’interattività di questi giochi contribuisce allo sviluppo della creatività dei giocatori? 

I videogiochi che mettono in mano ai giocatori strumenti creativi oltre a stimolare il giocatore nella realizzazione di un progetto lo portano a pensare fuori dagli schemi perchè l’obiettivo non è solo creare ma superare di volta in volta i limiti che sembrano imposti dal gioco. Un esempio sono quel gruppo di giocatori che in minecraft sono riusciti a ricreare un computer perfettamente funzionante capace di eseguire comandi.

-Massimiliano Stazi

Quali elementi e caratteristiche dei videogiochi li avvicinano al concetto di arte? 

Se l’arte è “Qualsiasi forma di attività dell’uomo come riprova o esaltazione del suo talento inventivo e della sua capacità espressiva.” Ogni singola parte di un videogioco è arte.
-Massimiliano Stazi

 

Come può l’immersione in un ambiente videoludico facilitare l’apprendimento di una nuova lingua?

Ne sono un esempio concreto. Ho imparato l’inglese grazie ai videogiochi che ai miei tempi raramente erano tradotti in italiano quindi mi sono trovato di fronte a un bivio: non mi godo l’esperienza semplicemente per la mia pigrizia o prendo in mano il vocabolario e prendo due piccioni con una fava? Beh ho scelto la seconda.
-Massimiliano Stazi

 

In che modo l’esperienza di videogiocare insieme a qualcuno a titoli cooperativi può tradursi in abilità utili in ambito lavorativo e scolastico? [

Che differenza c’è tra quegli eventi di team building e un videogioco cooperativo? Quasi nulla.  Giocare a videogiochi multiplayer e apprendere certe dinamiche come il rispetto delle gerarchie, la cooperazione, il raggiungimento di un obiettivo comune già in giovane età saranno strumenti fondamentali un domani in ambito lavorativo.
-Massimiliano Stazi

 

In che modo i giochi online possono agevolare la connessione tra le persone, fornendo un’alternativa alla socialità tradizionale, soprattutto per coloro che affrontano problematiche o restrizioni nell’instaurare relazioni sociali tradizionali?

Questo è un argomento delicato e i videogiochi a mio parere se giocati in modo consapevole e controllato possono essere uno strumento incredibile per creare relazioni ma se usati in modo errato possono anche peggiorare certe situazioni.
-Massimiliano Stazi

 

In qualità di esperto e professionista nel campo della divulgazione mediatica dei videogiochi, come ritiene che un gameplay di un videogioco possa avere un potenziale formativo, e come potrebbe essere integrato all’interno di istituzioni educative?

I videogiochi educativi sono sempre esistiti ma c’è sempre stato un problema… spesso non erano divertenti o stimolanti. Quando si crea un videogioco che vuole anche insegnare l’insegnamento deve essere una parte secondaria rispetto al gameplay, deve essere un apprendimento “passivo”. Ti faccio un esempio Jusant è un videogioco a enigmi basato sulla scalata di una gigantesca montagna ma durante la scalata attraverso lettere e messaggi scopri la storia degli abitanti e di come siano scomparsi a causa della mancanza di acqua. Un approccio videoludico al tema della crisi climatica con riferimenti costanti al problema che sensibilizza e porta poi ad un approfondimento della tematica lasciando però al primo posto il lato ludico dell’esperienza.
-Massimiliano Stazi

 

Come può il docente guidare e facilitare l’apprendimento degli studenti all’interno di un contesto videoludico, secondo lei?

Esattamente allo stesso modo con cui viene commentato un libro o un film. Il docente deve conoscere sia il gioco che il tema trattato e poi approfondirlo dopo che gli studenti hanno terminato il gioco. Le competenze si limitano al giocare il gioco.
-Massimiliano Stazi

 

Vorrei chiederle di esprimere la sua opinione sull’uso delle ROM (emulazione) e sulla pirateria, soprattutto riguardo al loro ruolo nella preservazione di questo patrimonio videoludico, specialmente per i retrogame.

Sulla pirateria non ci sono opinioni è un mero furto… Oggi come oggi tra sconti e piattaforme come game pass basta aspettare per avere accesso al gioco legalmente. Per il retrogame la questione cambia in quanto parliamo di videogiochi che esistevano solo su supporto fisico e la loro trasposizione digitale ha permesso di conservare il patrimonio videoludico. Si entra quindi in una zona grigia che da un lato è illegale a meno che tu non possieda l’originale ma dall’altro permette agli appassionati di giocare a titoli altrimenti irreperibili e ai giovani di apprendere la storia dei videogiochi.
-Massimiliano Stazi

 

Considerando la sua esperienza come content creator, vorrei chiederle come il suo rapporto con la community che ha costruito si è evoluto. Secondo lei, l’interazione con numerose persone ha arricchito la sua esperienza? Crede che la sua community abbia sviluppato legami significativi tra i suoi membri?

La mia community è fantastica e ne sono molto fiero. E’ composta da giovanissimi e meno giovani ma soprattutto anche da non appassionati che si sono interessati al mondo dei videogiochi e da ex gamer che hanno ripreso a giocare. Io rispondo a tutti proprio perchè da ogni interazione con loro può nascere una conversazione interessante anche se nasce da opinioni diverse. Le interazioni tra loro  non mancano ma non so dirti che legami si siano creati ma per colpa mia che non seguo come si deve il mio discord!
-Massimiliano Stazi

 

Nelle nuove forme mediatiche, è comune osservare un persistente attaccamento alle concezioni obsolete ereditate dalle generazioni precedenti, spesso accompagnato da una diffidenza verso le innovazioni, come nel caso dei videogiochi. Come pensi che questa forma mediatica relativamente nuova (circa 50 anni di storia) sia così disprezzata e circondata da una diffusa disinformazione?

Io ho 44 anni e ho vissuto in prima persona la discriminazione verso chi giocava degli anni passati, pensavo la situazione fosse migliorata ma purtroppo non quanto speravo. Soprattutto le persone mie coetanee o più grandi spesso commentano in modo inappropriato quando il video diventa particolarmente virale e viene mostrato a un pubblico anche al di fuori della mia nicchia. Purtroppo sono convinzioni radicate e difficilmente estirpabili soprattutto in un paese fortemente giudicante e tradizionalista come l’Italia. Quando per anni si è data la colpa ai videogiochi per degli atti violenti è normale che per chi guarda solo il telegiornale fare certe associazioni, sono purtroppo cose già viste nella musica, per i tatuaggi o per i nuovi lavori come quello del content creator. Il nuovo è sempre difficile da normalizzare.
-Massimiliano Stazi

 

Andrea e Paolo Alfonsi
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