La mia tesi esplora vari aspetti del videogioco, simili alla diversità di meccaniche che caratterizzano ogni gioco. Talvolta, alcuni giochi mettono maggiormente in risalto la trama, mentre altri privilegiano il gameplay. A volte, le animazioni assumono un ruolo fondamentale, come nei giochi di Quantic Dream che hanno fatto scuola in questo campo. Oggi, però, ho avuto l’opportunità di dialogare con un professionista del settore delle animazioni, sia nel contesto della sua carriera che della sua passione, ampliando così la nostra discussione sul media videoludico. Si tratta di Paride Cardinali, famoso content creator conosciuto come The Pruld, che si è dimostrato molto disponibile durante un’intervista durata poco più di un’ora. È stato stimolante discutere con lui tutti gli aspetti trattati, poiché ha offerto una visione molto interessante del medium videoludico. Sono certo che il suo contributo sarà estremamente utile per la mia tesi.
Se volete vedere altri contenuti inerenti alla mia tesi vi lascio qui una serie di link sempre della stessa rubrica:
Intervista a Micaela romanini, intervista a Andrew Shouldice (Tunic), intervista a Annamaria di Ruocco, intervista a Jonas Kyratzes, intervista a Chantal Tosetto, intervista a Fabio Belsanti, intervista a Bad Vices Games, intervista a Michele Laurelli
Paride Cardinali, conosciuto artisticamente come The Pruld, è un content creator eclettico originario della zona di Perugia. È noto per essere un animatore specializzato in video parodistici e occasionalmente svolge il ruolo di doppiatore. Attualmente, fa parte del team di Jyamma Games in qualità di cinematic designer.
Intervista a paride Cardinali
Parli brevemente di lei e del suo lavoro.
Paride Cardinali:
Il mio nome è Paride Cardinali, sono un giovane della zona di Perugia. Attualmente lavoro come cinematic designer per la produzione di Enotria presso l’azienda Jyamma Games, la quale si occupa di sviluppare questo videogioco. Questa è la mia prima esperienza professionale in questo settore.
Quali esperienze formative a livello competenziale ha acquisito all’interno del mondo dei videogiochi? In che modo ritiene che queste esperienze abbiano contribuito al suo apprendimento e alla sua crescita personale
Paride Cardinali:
In modo abbastanza banale, ritengo che alcuni videogiochi possano contribuire allo sviluppo di competenze specifiche. Ad esempio, i giochi gestionali possono insegnare a gestire risorse nella vita reale. Spesso non ci rendiamo conto, ma titoli come Frostpunk, in cui devi gestire il morale delle persone e le risorse come il cibo, ci insegnano che ogni risorsa è fondamentale. Questo gioco, che è anche molto punitivo, ci insegna che alcune risorse vanno gestite in modo ottimale per ottenere risultati ottimali. Quindi, questa potrebbe essere considerata una sorta di competenza.
Altre competenze possono essere sviluppate in campi più artistici, come ad esempio Rocksmith, un videogioco che consente di collegare una vera chitarra elettrica alla PlayStation o al computer tramite un cavo apposito. Rocksmith è una combinazione di videogioco e programma di apprendimento per suonare la chitarra. Ti mostra le note sulla tablatura e richiede di suonarle fisicamente sulla chitarra. Questo gioco intelligente ti insegna a suonare gradualmente, iniziando con note semplici e progressivamente passando a brani più complessi. Quindi, ci sono giochi che possono aiutare a sviluppare determinate competenze. I videogiochi non sono solo un passatempo.
Alcuni giochi ti lasciano effettivamente anche nel tempo qualcosa che puoi riproporre nella vita di tutti i giorni.
Può definire il concetto di apprendimento attraverso i media videoludici e fornire esempi concreti di come questo tipo di apprendimento si possa manifestare nella pratica?
Paride Cardinali:
Questo concetto è in stretta relazione con quanto discusso in precedenza, ad esempio, il suonare una chitarra. Rocksmith può portarti al punto in cui puoi suonare davanti a un pubblico, anche al di fuori del gioco. In altre parole, il gioco ti insegna a farlo. Dopo, se hai un amplificatore, puoi semplicemente collegare la chitarra e suonare.
Esistono numerosi giochi che seguono questo processo, portandoti, attraverso la ripetizione, a imparare metodi e meccanismi che puoi applicare nella vita di tutti i giorni. In effetti, posso dare una risposta simile a quella data in precedenza. Ad esempio, un gioco come Overcooked potrebbe non insegnarti a cucinare, ma ti insegna in modo superficiale come gestire un ristorante. La meccanica del gioco è corretta, e da un’esperienza personale di quattro anni di lavoro in un ristorante, posso confermare che il gioco rappresenta con precisione il bisogno di avere una serie di azioni ben coordinate, in quanto se sbagli anche una di esse, può avvenire un effetto domino che porterà ad avere disagi e problemi durante il servizio.
I videogiochi sandbox, o anche tool nel suo caso, in quale maniera influenzano la creatività e la capacità di pensiero innovativo? In che modo l’interattività di questi giochi contribuisce allo sviluppo della creatività dei giocatori?
Paride Cardinali:
Allora, penso che non siano solo i sandbox e i tool a stimolare la creatività, ma buona parte dei videogiochi in generale. Per quanto riguarda l’influenza sulla creatività, possiamo considerare giochi come Journey, un vero viaggio emotivo . Chi è interessato alla musica e si avvicina a Journey, secondo me, riceve una forte influenza creativa grazie alle sue straordinarie musiche emotive. Quindi, ci sono diversi campi in cui i videogiochi possono influenzare la creatività, poiché il videogioco stesso è una forma di produzione creativa che stimola la creatività.
I sandbox, in particolare, hanno un notevole potenziale in questo senso. Giochi come Minecraft, Terraria, Zelda e soprattutto Garry’s Mod, che è spesso sottovalutato a causa della sua legnosità, offrono un potere creativo illimitato. Garry’s Mod è il sandbox per eccellenza, anche se la sua curva di apprendimento iniziale può essere ripida. Tuttavia, per quanto riguarda i tool, ad esempio Source Filmmaker di Valve, che è utilizzato per animare, permette di creare praticamente qualsiasi cosa se si padroneggiano i meccanismi del programma.
Per gli amanti dei videogiochi, Source Filmmaker offre la possibilità di utilizzare circa l’80% dei personaggi conosciuti, come Sonic, Super Mario, personaggi di Borderlands, Fortnite e così via. Se possiedi anche solo un minimo di creatività e una predisposizione, si aprono infinite possibilità creative. Personalmente, mi considero una manifestazione di questa idea, poiché ho imparato a usare Source Filmmaker e ho creato una vasta gamma di contenuti.
Ritengo che l’influenza creativa dei videogiochi, a seconda del gioco in questione, sia significativa, anche se gran parte del lavoro dipende dalla creatività individuale. Se chi si avvicina ai videogiochi o agli strumenti ha una predisposizione creativa, allora può essere fortemente stimolato e influenzato. Altrimenti, se una persona cerca solo di passare il tempo, allora è difficile stimolarla o influenzarla, poiché è orientata solo al consumo del tempo. Quindi, molti giochi offrono un’opportunità di influenza creativa, ma il risultato dipende dalla nostra apertura mentale.
Quali elementi e caratteristiche dei videogiochi li avvicinano al concetto di arte?
Paride Cardinali:
Penso che qualsiasi videogioco, che sia valido o meno, sia in effetti un’opera d’arte. Questo vale per ogni tipo di videogioco, compresi giochi apparentemente semplici come Candy Crush, che richiedono uno studio approfondito degli effetti sonori, della grafica, della selezione delle immagini e della musica. Anche i giochi di bassa complessità come Candy Crush coinvolgono un notevole lavoro artistico. Ogni videogioco ha una direzione artistica specifica, che dipende dagli obiettivi che vuole raggiungere.
Un gioco come The Last of Us coinvolge attori reali grazie all’uso di mock-up. Dietro le quinte del primo The Last of Us, troviamo gli attori che interpretano Ellie e Joel, che effettivamente recitano nelle cinematiche che vediamo nel gioco. In pratica, in un grande studio, indossano apposite tute e compiono i movimenti dei personaggi. Questo approccio aggiunge autenticità alla recitazione e si riflette nell’esperienza di gioco. Inoltre, la direzione artistica è evidente nella creazione degli ambienti, compresi dettagli come una lattina in un angolo o l’erbaccia, contribuendo a una ricerca artistica dell’ambiente. La musica è eccezionale, e la costruzione dei personaggi, compreso il loro background e le interazioni, è oggetto di uno studio approfondito. Il videogioco rappresenta oggi una forma d’arte completa, incorporando immagini, suoni e scultura, paragonabile al cinema. La differenza principale è che, anziché essere semplici spettatori, siamo noi a controllare il corso degli eventi
Il videogioco incorpora molte forme d’arte, come l’immagine, il suono e la scultura, ed è simile al cinema. Potremmo considerare il videogioco come l’ottava forma d’arte, poiché contiene elementi di tutte le altre forme d’arte. Tuttavia, non è ancora completamente riconosciuto come tale, anche se è innegabile che giochi come Heavy Rain siano simili a veri film, in cui scegliamo come si sviluppa la storia.
Alcuni giochi, come Dark Souls, hanno una direzione artistica fuori dagli schemi. La storia non viene narrata ma vissuta attraverso il mondo stesso, richiedendo uno studio artistico straordinario. Anche dettagli apparentemente insignificanti, come quadri rovinati in un angolo, raccontano una storia e sono opere d’arte in sé.
Undertale, nonostante la sua semplicità, raggiunge livelli artistici che molti giochi AAA non riescono a toccare. La narrazione emotiva unita alla musica lo rende un’opera d’arte che coinvolge emotivamente anche chi non ha mai giocato. Questo è il potere dell’arte: comunicare ed emozionare.
Anche giochi come Fortnite sono opere d’arte, con la modellazione dei personaggi, la scelta dei colori e delle armi. Anche la scelta di come le armi sparino è una forma d’arte. Alcuni giochi, come Fortnite, possono essere orientati al puro intrattenimento, mentre altri, come Undertale, cercano di raggiungere il giocatore in modo più profondo.
Non ci sono criteri specifici che definiscono cosa sia arte e cosa no in un videogioco. Tutto ciò che è presente in un videogioco lo rende un’opera d’arte. Non c’è una linea chiara tra ciò che è arte e ciò che non lo è. Tutto, in un videogioco, è arte.
Come può l’immersione in un ambiente videoludico facilitare l’apprendimento di una nuova lingua?
Paride Cardinali:
Molti giochi utilizzano l’inglese come lingua principale, essendo una delle lingue più diffuse al giorno d’oggi, insieme allo spagnolo. Tuttavia l’inglese è la lingua più utilizzata online. Questo è particolarmente evidente tra i giovani di oggi, che crescono con l’accesso a Internet sin da una tenera età. Mentre io ho scoperto Internet nella sua forma più avanzata intorno al 2000, con l’arrivo di MSN e Facebook, i ragazzi di oggi entrano in contatto con Internet fin da piccoli. La loro intuizione naturale e la freschezza giovanile permettono loro di apprendere l’inglese con facilità.
Inoltre, grazie ai videogiochi, anche se inizialmente non comprendono appieno il testo, hanno la possibilità di utilizzare strumenti come Google Translate per tradurre e capire ciò che vedono scritto. Da piccolo, ad esempio, non potevo giocare a Final Fantasy VII su PlayStation 1 perché era completamente in inglese, e così guardavo mio fratello giocare, dato che lui comprendeva l’inglese, mentre io no. Ho iniziato a giocare a Final Fantasy VIII, il primo tradotto in italiano.
i ragazzi d’oggi hanno la fortuna di poter imparare l’inglese in modo più agevole.
Io stesso posso affermare che tutto l’inglese che conosco, incluso quello che ho utilizzato durante la mia recente visita alla Gamescom in Germania, l’ho imparato principalmente dai videogiochi e dalla musica. Quello che ho appreso a scuola è quasi un lontano ricordo, infatti, la grammatica non è la mia specialità, ma riesco a comunicare in inglese senza problemi con altre persone. Durante la mia settimana a Colonia, in Germania, non ho avuto difficoltà a conversare in inglese con le persone. L’inglese che uso è informale e in parte appreso da solo, leggendo i testi nei videogiochi e ascoltando le canzoni.
Pertanto, oggi c’è una grande facilità nell’apprendimento dell’inglese e di altre lingue, specialmente grazie al mondo dei videogiochi e all’accesso immediato a risorse di traduzione online.
In che modo l’esperienza di videogiocare insieme a qualcuno a titoli cooperativi può tradursi in abilità utili in ambito lavorativo e scolastico?
Paride Cardinali:
In ambito lavorativo e scolastico, ci sono numerosi giochi cooperativi di diversi tipi. Tuttavia, applicare ciò che si può apprendere da questi giochi in un contesto scolastico o lavorativo potrebbe non essere immediato. Ad esempio, Minecraft è un gioco collaborativo in cui i giocatori costruiscono case e gestiscono risorse insieme. Helldivers è un gioco cooperativo in cui quattro giocatori cercano di sopravvivere a ondate di nemici, ma devono anche fare attenzione al fuoco amico, il che richiede una comunicazione efficace.
Alcuni giochi, come Call of Duty o sparatutto in prima persona, richiedono una coordinazione di squadra. Battlefield, in particolare, obbliga i giocatori a collaborare, poiché le partite possono coinvolgere squadre di trenta contro trenta. La collaborazione è essenziale per il successo in questi giochi.
Tuttavia, applicare questi concetti in un contesto diverso potrebbe non essere ovvio. I giochi possono insegnare l’importanza della collaborazione, come la “jolly cooperation” in Dark Souls, ma come applicarla nella vita di tutti i giorni potrebbe richiedere una riflessione più approfondita.
In generale, questi giochi insegnano che il lavoro di squadra è essenziale per raggiungere obiettivi comuni. Collaborare, come suggerito da Solaire, è fondamentale per affrontare le sfide della vita. La lezione principale è quella di unirsi in una “jolly cooperation” per superare le difficoltà.
In che modo i giochi online possono agevolare la connessione tra le persone, fornendo un’alternativa alla socialità tradizionale, soprattutto per coloro che affrontano problematiche o restrizioni nell’instaurare relazioni sociali tradizionali?
Paride Cardinali:
Penso che VRChat sia un’opzione ideale per rispondere a questa domanda. VRChat ha un potenziale incredibile, poiché funge quasi da sandbox virtuale. Chiunque abbia competenze di programmazione su Unity può creare mondi e mappe personalizzate, replicando giochi come Beat Saber o Call of Duty. Ad esempio, esistono mappe in VRChat che ricreano l’ambientazione di Nuketown. Questo dimostra quanto sia versatile e potente come piattaforma.
Inoltre, VRChat offre un’opportunità unica per le persone che possono avere difficoltà a socializzare a causa della loro introversione o di altri problemi. Personalmente, anch’io tendo ad essere introverso e mi imbarazzo facilmente. VRChat offre un ambiente in cui puoi fare nuove amicizie e connetterti con persone provenienti da tutto il mondo. La bellezza di VRChat sta nel fatto che ti permette di esplorare e socializzare senza la paura di essere giudicato per la tua vera identità, poiché spesso le persone si identificano con avatar diversi da sé stessi.
VRChat offre un potenziale incredibile per l’apprendimento e la socializzazione, fornendo un ambiente in cui ci si può sentire liberi di esplorare e connettersi con gli altri senza timori e preoccupazioni. Questo aspetto lo rende una risorsa preziosa per coloro che desiderano interagire con gli altri e ampliare le proprie conoscenze.
Su VRChat, addirittura io ho fatto la diretta di Capodanno durante il Covid.
Durante il Covid eravamo tutti rinchiusi in casa e non potevamo uscire. Quindi un Capodanno un po’ sottotono.
Io invece ho organizzato insieme ad altri streamer questo Capodanno su VRChat. C’è anche la diretta da qualche parte.
Ed è stato bellissimo perché abbiamo trovato una mappa sulla spiaggia. Praticamente c’erano questi oggetti che tu potevi prendere, li premevi e sparavano i fuochi d’artificio. A mezzanotte, tutti a sparare questi fuochi d’artificio in questo mondo virtuale colorato da tutti questi fuochi d’artificio, mentre fuori c’era un po’ il mondo sottotono, appunto, a causa della pandemia dovuta al Covid. Però, ad oggi, c’è ancora gente che chiaramente può avere problemi a livello di socializzare e quant’altro.
Ci sono giochi come VRChat che ti danno la possibilità di vivere comunque una sorta di socialità. Possiamo dire anche un po’ distorta, se vogliamo, ma “distorta” è un punto di vista, perché magari per alcune persone questa può essere la normalità. Io, frequentando VRChat, ho visto persone per cui questa è la socialità.
molti utenti di VRchat ad esempio, organizzano eventi. Sabato sera, invece di uscire in una discoteca rumorosa, dove magari hanno anche paura di atti di bullismo o di cose di questo genere, fanno le loro serate dentro VRChat. Questo può essere anche alienante, ma è sempre un discorso di fare le cose nella maniera giusta, con un modo giusto, con un livello giusto. Perché tutto può essere alienante, anche uscire ogni sera e ubriacarsi può diventare alienante. C’è chi subito dice: “Ma tu esci in VRChat invece di andare in discoteca il sabato sera!” Di VRChat sì, ma lo faccio perché lì ho delle persone che conosco e con cui ho piacere di passare il tempo. Quindi, ripeto, alcuni giochi come VRChat possono, se chiaramente usati in una maniera giusta, portare le persone a vivere situazioni che altrimenti avrebbero difficoltà a vivere. Magari, imparando piano piano ad affrontare queste situazioni nel mondo di VR, avranno anche il coraggio di farlo nella vita reale.
Dr. Andrea Alfonsi
–Volevo condividere questa esperienza. Ad esempio, ho un amico che lavora molto e di solito finisce intorno alle 19. Non ha tempo di uscire, quindi iniziamo a giocare insieme online. Attualmente stiamo giocando a Remnant e scegliamo un gioco da completare insieme. Dedichiamo un’oretta o due a giocare, poi ognuno va a dormire. In questo modo, abbiamo l’opportunità di passare del tempo insieme, cosa che sarebbe impossibile dati i suoi orari di lavoro.
Paride cardinali:
Ho anche piccola cerchia di amici sparsi in giro per l’Italia. Ad esempio, ricordo un aneddoto su ARK, un gioco in cui avevamo creato un piccolo server per giocare insieme. Non sono un esperto di ARK, ma mi sono divertito a “farmare” narcobacche per addormentare i dinosauri. In effetti, mi chiamavano “Walter White” perché trascorrevo molto tempo a “cucinare “narcotici. In un momento particolare, durante il compleanno di un’amica, che stava passando un periodo non bellissimo, abbiamo organizzato una sorpresa. Ci siamo messi al lavoro per costruire una piccola casa nel gioco, e quando l’amica si è connessa, ha trovato una grandiosa villa in ARK. Anche se era una creazione digitale, è stata una cosa speciale che abbiamo fatto insieme per uno scopo comune: rendere felice una persona molto distante fisicamente da noi. Questo mi ha fatto riflettere su quanto hai menzionato.
Molte delle mie esperienze divertenti e positive sono state vissute in questo modo. Mi ricordo una notte in cui abbiamo addomesticato un T-Rex, e ci sono volute nove ore per renderlo di nostra proprietà. Ci siamo organizzati con dei turni perché era notte e dovevamo tenerlo d’occhio, altrimenti altri dinosauri sarebbero arrivati per cibarsene. Questa esperienza potrebbe sembrare fittizia o virtuale, ma non è così. Mi sono dato il cambio con altre persone e ho condiviso un senso di socialità con loro. Ho sviluppato anche delle amicizie che, nel tempo, potrebbero essere sbiadite, come spesso accade con le amicizie. Tuttavia, anziché trascorrere ogni giorno con le stesse persone a fare le stesse cose, ho avuto l’opportunità di vivere avventure ed esperienze che, pur potendo sembrare fittizie, suscitano emozioni reali. L’emozione di vedere quel maledetto Rex alzarsi in piedi e obbedire ai comandi è stata un’esperienza estremamente gratificante per tutti noi. Indipendentemente dal fatto che sia virtuale o reale, abbiamo ricevuto un feedback autentico. Purtroppo, molte persone non riescono a capire questo e giudicano chi si dedica a queste attività come se ci si alienasse o si fingesse di vivere, quando in realtà queste esperienze possono arricchire la nostra vita in modi inaspettati. molta gente dice “ma voi vi alienate, voi fingete di vivere, voi fate questa cosa e è distorta.”
Ma è distorta fino a che punto?
Dr. Andrea Alfonsi:
-Non è tanto differente da stare in chiamata con un’altra persona. Ad esempio mi ricordo che stavo “Tamando” un dinosauro sempre su Ark e mi ricordo le belle chiacchierate che mi sono fatto con gli amici perché raccontandoci un po’ alcune aneddoti era molto… intimo. non era molto differente da stare intorno a un falò che non è importante
Paride Cardinali:
è un ottimo paragone questo del falò risulta molto calzante.
In qualità di esperto e professionista nel campo della divulgazione mediatica dei videogiochi, come ritiene che un gameplay di un videogioco possa avere un potenziale formativo, e come potrebbe essere integrato all’interno di istituzioni educative?
Paride cardinali:
C’è sempre un modo per rendere il gameplay educativo, anche se al momento non riesco a pensarne uno specifico. Prendiamo un esempio banale, quasi ridicolo, come Sea of Thieves. Prima di giocare a questo gioco, non sapevo nulla su come guidare una nave. Ho imparato che devi tirare una corda. Ad esempio, non sapevo come funzionasse la navigazione a vela, ma ho scoperto che abbassando le vele, la nave poteva avanzare in base alla direzione del vento. Addirittura, se il vento soffiava contro la vela, ma la nave procedeva dritta, riceveva comunque spinta. Questa è una cosa che non sapevo prima di giocare a Sea of Thieves. Ora,
Quindi, giocando, ho ottenuto informazioni preziose senza nemmeno rendermene conto, divertendosi nel processo.
Sea of Thieves è anche un gioco basato sulla cooperazione e il lavoro di squadra. Puoi giocarci da solo, ma se sei su una nave per quattro persone, devi coordinarti con gli altri tre membri dell’equipaggio. Se uno di loro non è impegnato, la nave sarà in grave difficoltà. Ho sperimentato questa dinamica anche in altri giochi, come Guns of Icarus, un gioco PvP in cui diverse navi si scontrano. Anche se non sono riuscito a giocarlo personalmente, ho visto quanto sia affascinante. È molto simile a Sea of Thieves, ma con un focus su combattimenti tra navi. Inoltre, ci sono vari tipi di navi tra cui scegliere, ognuna con le sue caratteristiche. Ecco un altro esempio di come i giochi possono insegnare e, al tempo stesso, divertire.
Ci sono anche simulatori che hanno un grande potenziale formativo. Ad esempio, Euro Truck Simulator e Flight Simulator ti danno l’opportunità di imparare come funzionano la guida e il volo, anche se solo in modo superficiale.
Sappiamo che sta lavorando come Cinematic Designer per Enotria, una parte significativa della sua carriera. Nella sua carriera artistica, si è basato su video, alcuni dei quali erano comici, mentre altri erano più strutturati, come il video “We are the souls“. Pensa che essere autodidatta sia stato più formativo rispetto a seguire un’accademia?
Paride cardinali:
Ci sono lati positivi e negativi. Il fatto che sia stato autodidatta ha comportato vantaggi e svantaggi. Una delle sfide principali è che non ho seguito un metodo specifico per l’animazione. Ogni volta che creo un video, il processo è diverso dagli altri. Tuttavia, nel tempo, ho notato un miglioramento costante e una crescita nelle mie capacità.
Steam tiene il conto, delle ore e 12.000 ore di utilizzo sono tante. Se io le avessi applicate a un corso o magari a una scuola, ora sarei un maestro nell’animare. Però magari non avrei l’inventiva artistica che ho mia personale, perché potrei, magari, un’accademia mi avrebbe insegnato cose chiaramente meccaniche e tecniche, ma l’accademia non ti insegna a essere quello che può essere un artista. Ti dà le basi per farlo, ti dà il metodo, ti dà le tecniche, ma dopo sei tu che devi applicarle. Quindi io ho sempre pensato questo, magari avessi fatto un’accademia, magari avessi fatto una scuola per quello che sto facendo, eh. Però penso anche se l’avessi fatta non avrei potuto fare il percorso che ho fatto oggi, quindi magari The Pruld ora non ci sarebbe, ci sarebbe un Paride Cardinali che fa i cartoni animati tipo i Pigiamini, per dire. Che eh, oggi come oggi chi esce dalle accademie va a fare quello, va a fare i cartoni animati che magari proiettano negli aerei quelle cose un pochino più piccole, capito? E poi, magari, se hanno fortuna crescono e vanno a fare Jibaro come su Love, Death & Robots, che è l’apice dell’animazione 3D, almeno secondo il mio parere.
Però ecco, il fatto che io sono un’autodidatta mi dà la possibilità di esprimermi nella mia totalità, perché non ho condizionamenti. Se non quelli che io scelgo per me stesso, però allo stesso tempo sono pieno di difetti perché se andiamo a vedere i dodici principi dell’animazione, io forse ne uso uno, forse
Quindi, ecco, si vede che è un animatore che ha studiato e vede le mie animazioni. Dice: ‘Sì, questo anima fa pure ridere, è pure simpatico, ma a livello di animazione manca questo, Quindi, è evidente che chi ha una formazione nel campo dell’animazione noterebbe alcuni aspetti nei miei lavori. Potrebbero dire: ‘Sì, queste animazioni sono divertenti e simpatiche, ma ci sono delle lacune dal punto di vista tecnico e alcuni aspetti potrebbero essere migliorati.’ In ogni situazione, ci sono vantaggi e svantaggi. Se tornassi indietro, onestamente, avrei scelto di frequentare una scuola di design o animazione 3D, se avessi avuto una visione più chiara dei miei obiettivi da giovane. Adesso, è un po’ tardi per intraprendere un percorso simile, ma esistono corsi intensivi e master che potrebbero essere utili. Una scuola di 3, 4 o 5 anni potrebbe risultare una scelta particolare a 35 anni, ma va considerata. In definitiva, riconosco che ci sono vantaggi e svantaggi nel mio percorso. Non rimpiango le scelte che ho fatto, ma ammetto che frequentare una scuola avrebbe potuto fornirmi una base più solida. Quando mi chiedono se consiglio Source Filmmaker per iniziare ad animare, rispondo: ‘Aspetta un attimo, non avventurarti da solo. Se sei giovane, considera l’idea di frequentare una scuola o seguire un corso. Evita l’errore che ho commesso.’ Ho dedicato molto tempo a imparare ad animare da autodidatta, ed è stata una sfida comprenderne i dettagli, come la biomeccanica e il ritmo. In sintesi, non rimpiango il mio percorso, ma se mi chiedono un consiglio, suggerisco di considerare un’educazione formale nel campo dell’animazione.
Qualche titolo videoludico che consiglierebbe per arricchire il proprio bagaglio culturale e competenziale?
Paride Cardinali:
Come dico sempre, se si ha tempo da dedicare, consiglio Source Filmmaker. Tuttavia, è importante sottolineare che richiede tempo e dedizione. Rispetto ai software attuali, come Blender, Source Filmmaker è più limitato. Se desideri fare animazioni serie, ti consiglio di optare per Blender. Maya non è una mia scelta preferita a causa dei costi associati, mentre Blender è open source e supportato da una vivace community, con una vasta gamma di strumenti a disposizione.
Dal punto di vista culturale, ci sono diversi videogiochi che ritengo degni di nota. Uno di essi è Frostpunk, un’esperienza emotiva unica. Personalmente, non ho mai provato un coinvolgimento così profondo da parte di un videogioco come con Frostpunk. È un titolo che stravolge le tue emozioni e merita un posto speciale per il suo valore culturale.
Altri giochi che vorrei menzionare per il loro impatto culturale includono Heavy Rain e The Last of Us. Questi giochi, pur essendo più simili a opere cinematografiche, rappresentano pietre miliari nella cultura dei videogiochi. Potrei anche aggiungere Undertale, un viaggio emotivo incredibile che fa riflettere.
Infine, Assassin’s Creed 2 ha un posto speciale nella mia lista, soprattutto perché incontriamo personaggi storici come Leonardo da Vinci. Questo gioco suscita curiosità ed è interessante da un punto di vista culturale. Le invenzioni di Leonardo, sebbene fittizie, stimolano la voglia di scoprire la storia e si riflette in un modo unico di insegnare e apprendere. In definitiva, i videogiochi hanno la straordinaria capacità di catturare l’interesse per argomenti che potrebbero risultare noiosi se spiegati in un contesto accademico. L’interazione e l’esperienza personale li rendono un potente strumento di apprendimento